
I test che possono salvarti la vita - notiziebenessere.it
Il tema della prevenzione contro i tumori è sempre più al centro del dibattito pubblico. E non a caso. Ogni anno in Italia si registrano quasi 400.000 nuove diagnosi oncologiche, con un incremento significativo rispetto all’anno precedente.
Un dato che, secondo gli esperti, è strettamente legato a due fattori: il ritardo nella diagnosi dovuto alla pandemia e il persistere di abitudini di vita poco salutari. Eppure il 40% dei tumori e fino al 50% delle morti oncologiche potrebbero essere evitate. E si può fare attraverso un’efficace combinazione di prevezione primaria, cioè l’adozione di stili di vita sani, e prevenzione secondaria, ovvero il ricorso regolare a screening e controlli.
Prevenzione, cosa possiamo fare davvero
La prevenzione primaria punta a impedire che la malatttia si sviluppi. Le raccomandazioni sono ormai note ma troppo spesso sottovalutate. Occorre seguire una dieta equilibrata, mantenere il peso corporeo nella norma, smettere di fumare, limitare l’alcol, proteggersi dal sole, vaccinarsi contro L’HPV e praticare attività fisica con regolarità.
E proprio sul fronte del movimento, basta anche una camminata di mezz’ora al giorno per ridurre drasticamente i rischi, oltre a migliorare umore e benessere generale.
La prevenzione secondaria, invece, riguarda tutti quegli esami che consentono di individuare i tumori nella fase iniziale, quamdo le probabilità di garigione sono ancora alte. Dai pap test ogni tre anni per le done dai 25 anni in su, alle mammografie annuali o biennali per le donne dai 40 anni.
Per i tumori del colon retto è indicato il test del sangue occulto nelle feci a partire dai 50 anni, mentre per i fumatori storici una TAC toracica a basso dosaggiopuò rivelarsi fondamentale per scoprire un tumore al polmone in fase precoce.

Per i tumori alla prostata è indicato un dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico) a partire dai 50 anni una volta all’anno o in base ai consigli del proprio medico curante; importante anche una visita urologica in casi di alterazioni del PSA. Per i tumori della pelle, occorrono esami dei nevi in epiluminescenza da eseguire ogni 1-2 anni.
I fattori di rischio (su cui possiamo intervenire)
Accanto ai fattori genetici (su cui non possimao agire) ce ne sono molti altri legati al nostro stile di vita. L’alimentazione ha senza dubbio un ruolo chiave. Un consumo eccessivo di carni, grassi idrogenati, alcolici e cibi ultraprocessati aumenta il rischio di sviluppare un tumore.
Al contrario, una dieta ricca di fibre, verdure, legumi e cereali integrali può avere un effetto protettivo. Anche il peso corporeo è un indicatore importante. Secondo le stime, un italiano su tre è in sovrappeso, mentre 1 su 10 è obeso. Condizioni che, oltre a essere un terreno fertile per patologiche croniche, sono associate a un maggior rischio oncologico.
Calcolare l’indice di massa corporea (BMI) è un primo passo utile, anche se per valutazioni più precise è consigliato rivolgersi a un medico. Occorre sempre tenere a mente che la prevenzione non è un concetto astratto ma una pratica quotidiana fatta di scelte consapevoli e controlli regolari.