Benessere

Sindrome delle parolacce: la malattia di Tourette può regredire dopo i 25 anni

La sindrome delle parolacce, il cui nome tecnico è Tourette, colpisce specialmente i bambini e tende a regredire intorno ai 25 anni.

Che cos’è la sindrome delle parolacce? Chiamata in gergo tecnico sindrome di Tourette, dal nome di colui che l’ha isolata per la prima volta, è una patologia che inizia a manifestarsi in tenera età. Nella maggior parte dei casi, i sintomi, talvolta invalidanti, tendono ad attenuarsi intorno ai 15/16 anni e a regredire a 25 anni. Vediamo le cause e quali sono le cure.

Sindrome parolacce: cause e sintomi

La sindrome di Tourette, o delle parolacce, è conosciuta anche con il nome malattia dei mille tic. Generalmente compare nei bambini tra i 5 e i 7 anni, specialmente di sesso maschile, e regredisce entro i 25 anni. Le cause non sono ancora del tutto note, ma i medici sono concordi nello stabilire una certa predisposizione genetica nei soggetti che sviluppano la patologia. Allo stesso modo, però, sembrano influire anche un malfunzionamento del sistema extrapiramidale del cervello e alcuni infezioni al sistema nervoso ancora poco sviluppato.

I sintomi della sindrome di Tourette sono diversi e possono differenziarsi anche in base alla gravità della malattia. Nei pazienti si osservano movimenti incontrollati, accompagnati da suoni e vocalizzi involontari. Dallo sbattere degli occhi alla torsione del collo, passando per parolacce, bestemmie e frasi prive di significato.

E’ bene sottolineare che si parla di sindrome dei mille tic soltanto quando i gesti involontari fisici, uniti a quelli vocali, permangono per più di un anno. Solitamente, i sintomi si attenuano dopo i 15/16 anni, diventando dopo i 25 anni quasi del tutto controllabili.

Come si cura la sindrome delle parolacce?

La diagnosi della sindrome di Tourette non prevede alcun esame strumentale specifico. Ad oggi, infatti, non ci sono test ad hoc per stabilire la malattia. In ogni modo, vengono effettuati alcuni esami per escludere la presenza di altre patologie, ovvero l’elettrocardiogramma e le analisi del sangue. Soltanto in seguito, un’equipe composta da neurologo, psicologo, psichiatra, neuropsichiatra infantile, operatori sociali e pedagogisti, potranno concordare la terapia adatta. In conclusione, è bene sottolineare che la sindrome di Asperger e quella delle parolacce non sono la stessa cosa. All’apparenza possono sembrare simili, ma non hanno né gli stessi sintomi e né tantomeno la medesima cura.

Fabrizia Volponi

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