Benessere

Quando cambiare (davvero) il materasso?

Cambiare materasso è qualcosa che si tende spesso a rimandare, un po’ perché si tratta di un investimento considerevole, un po’ perché il pensiero comune porta a dirsi “fino a quando si dorme può andare bene”.

Un ragionamento che non è, tuttavia, ideale da fare in quanto le conseguenze sulla qualità del sonno, sull’umore, sulla schiena, i muscoli e le articolazioni tendono a essere importanti (solo per citare le più comuni), se non si interviene col giusto tempismo.

Ogni quanto cambiare il materasso, dunque? Gli aspetti da considerare per capire quando è davvero arrivato il momento di acquistarne uno nuovo sono diversi. In questo articolo analizziamo quelli da considerare assolutamente, così non solo da dormire meglio ma anche da stare bene durante le ore del giorno, il cui benessere è strettamente collegato a quello del periodo notturno.

Pertanto, qualora si stesse valutando una sostituzione, si rivela fondamentale optare per un dispositivo di alto livello. Tra le soluzioni che permettono di coniugare risparmio e pregevolezza troviamo i materassi in vendita su Marcapiuma, i quali si distinguono per l’artigianalità made in Italy dal 1991, la consegna gratis lungo tutto il territorio nazionale (isole minori escluse), l’ampio catalogo con prezzi di fabbrica e un efficace servizio di assistenza durante e dopo la vendita. In questo modo sarà possibile non solo fare la scelta giusta, ma fare in modo che duri più a lungo nel tempo.

Ogni quanto si dovrebbe cambiare il materasso? La tempistica generale

La durata media di un materasso di qualità è, stando alle statistiche e a quanto affermano gli esperti, intorno ai 7-10 anni. Tendono però a sussistere delle differenze a seconda della tipologia e del modello specifico.

Bisogna infatti considerare fattori che non interessano il dispositivo in sé quanto piuttosto le abitudini di chi lo utilizza, gli interventi di manutenzione e gli eventuali “incidenti” occorsi nel tempo come, ad esempio, un bambino che ci salta sopra con una frequenza notevole o eventuali macchie che si sono venute a formare: situazioni piuttosto comuni e non sempre evitabili per varie ragioni personali. Entriamo più nel dettaglio.

L’importanza di scegliere il materasso di qualità per un sonno rigenerante. – www.notiziebenessere.it

I segnali da non sottovalutare

L’età anagrafica del materasso è un fattore utile da conoscere ma non esaustivo. Ci sono infatti altri segnali che possono indicare che è arrivato il momento di non soprassedere ed effettuare una sostituzione. Ecco un elenco dei campanelli d’allarme da ascoltare:

  • Risveglio con dolori/rigidità a livello muscolare, soprattutto nella parte della schiena, delle spalle e del collo.
  • Percezione lungo la superficie del materasso di avvallamenti, affossamenti e parti disomogenee. La sensazione dovrebbe essere quella di un supporto che non sostiene più in maniera stabile.
  • A livello acustico si percepiscono dei rumori simili a degli scricchiolii nel momento in cui ci si muove. Ciò si verifica soprattutto nei modelli a molle.
  • Aumento di fastidi a livello respiratorio specialmente al risveglio. Ciò potrebbe essere indice di un aumento di acari e polvere, cosa che avviene maggiormente quando il materasso appare ormai datato.
  • Difficoltà ad addormentarsi oppure aumento dei risvegli notturni, senza che sussista un periodo particolare di stress o qualsiasi altro motivo.

Infine, un fattore da non sottovalutare è che quando si dorme su un altro materasso, magari in occasione di una vacanza o della visita a degli amici, ci si sente meglio. Un campanello d’allarme da non prendere alla leggera dal momento che sostituendo il supporto i risultati sono concreti in termini di salute e benessere.

Team Redazione

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