medico che suona
Sommario articolo
Quando si parla di musicoterapia si intende una vera e propria terapia musicale, mesa in atto al fine di aiutare chi ne ha bisogno a migliorare aspetti come la comunicazione, l’espressione, la motricità e tutto ciò che normalmente ha a che fare con la sfera personale e sociale.
Per ottenere dei buoni risultati vengono messi in campo non solo la musica ma tutti i suoi elementi, scegliendo di volta in volta ciò che funziona meglio sull’individuo. Si tratta quindi di una terapia modulare che si basa sulle esigenze e sui risultati che cambiano di volta in volta in base alla persona e alle circostanze.
La definizione di musicoterapia, secondo la federazione mondiale di musicoterapia consiste nell’uso professionale della musica. Questo avviene tramite tutti i suoi elementi ed è svolto per lo più in ambito medico, sociale ed educativo, di gruppo e familiare. Ovvero in quelle situazioni in cui si mira a migliorare la salute, il modo di comunciare e il benessere psicofisico dell’individuo. In genere la musicoterapia si divide in attiva e ricettiva.
La prima si occupa di tutto ciò che equivale a fare musica e coinvolge quindi il canto e la semplice emissione di suoni tramite l’uso di strumenti musicali o, talvolta, anche di oggetti. La seconda è invece legata più all’ascolto. Ascolto inteso come modalità per attivare ricordi ed emozioni e per aiutare, volendo, a passare alla fase attiva in modo spontaneo.
Esistono ben cinque modelli clinici di musicoterapia, tutti volti ad aiutare in modo diverso i soggetti che ne hanno bisogno. La scelta di utilizzarne uno piuttosto di altri e di aiutarsi con la modalità passiva o attiva dipende ovviamente dagli operatori.
Che la musica faccia bene all’anima è qualcosa che tutti sanno. Strettamente legata alle emozioni, da tempo è infatti usata per calmarsi, per trovare conforto o per condividere insieme momenti importanti. Il suo uso sotto forma di terapia è ovviamente più specifico e può rivelarsi utile in diversi contesti.
È infatti d’aiuto in caso di problemi fisici, di tipo psicologico o psichiatrico. E si rende di grande aiuto per le sindromi genetiche, nei problemi di autismo e anche per la demenza senile.
Anche se non è stata ancora riconosciuta come medicina, è quindi sempre più usata come metodo di accompagnamento volto ad aiutare i pazienti nel loro percorso individuale.
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