Benessere

Malattia di Lyme: le cause e i sintomi della patologia

La malattia di Lyme è una patologia conosciuta anche con il nome di Borrelia che intacca la cute e talvolta anche gli organi interni, il sistema nervoso e le articolazioni.

La causa una zecca ed è la malattia che si diffonde più rapidamente negli USA dopo l’AIDS: si tratta della malattia di Lyme, una patologia che appartiene al gruppo delle antropozoonosi, ovvero quel particolare tipo di malattie che l’uomo contrae da animali vertebrati, in questo caso, da un insetto.

Le cause della malattia di Lyme nell’uomo

Come detto, la causa di questa malattia è una zecca, che si infetta dopo aver morso un animale malato. Nel caso questa zecca punga anche l’uomo, ecco che trasmette l’infezione. Si tratta di una delle patologie più frequenti che scaturiscono da un morso di zecca, e i primi studi risalgono agli anni Settanta del Novecento, quando fu scoperta in America. Il suo nome deriva proprio da una contea del Connecticut, Lyme, dove si registrò il primo caso nel 1975. Pensate che ancora oggi negli Stati Uniti si registrano più di 15 mila casi all’anno, mentre in Italia il primo caso è stato segnalato nel 1983.

puntura d’insetto

Malattia di Lyme: i sintomi più frequenti

Dopo che si è morsi da una zecca portatrice di questa patologia, solitamente ricorre un periodo di incubazione che può andare dai 5 ai 30 giorni. Il primo sintomo che si verifica, solitamente, è una macchia sulla superficie della cute che circonda il morso. Andando avanti la macchia si ingrossa e così compaiono i primi sintomi, come sudore, febbre, dolori ai muscoli e alle articolazioni, ma anche dolori neurologici nel peggiore dei casi.

Come curare la malattia di Lyme: i rimedi

Se vi accorgete di soffrire di questa patologia, rivolgetevi immediatamente al vostro medico, che vi prescriverà una cura a base di antibiotici. Nel frattempo potete applicare una pomata sulla zona interessata per ridurre prurito, dolore e fastidio.

Solitamente, se lo stadio della malattia non è ancora avanzato, si prende la Amoxicillina, e si prosegue la cura fino alle tre settimane. In alternativa si può assumere anche la Eritromicina, mentre invece se lo stadio è già avanzato, è possibile che il medico vi prescriverà dei corticosteroidi.

Lorenzo Martinotti

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