intolleranza al lattosio
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Ma cos’è esattamente l’intolleranza al lattosio? Corrisponde all’incapacità del nostro organismo di digerire correttamente il lattosio, ovvero lo zucchero presente nel latte. Non si tratta di un fenomeno limitato a una ristretta cerchia di individui, le difficoltà nella digestione del lattosio interesserebbero circa il 40-50% della popolazione.
L’intolleranza viene indotta dalla mancanza dell’enzima lattasi, fattore determinante per l’assorbimento appunto del lattosio. Quest’ultimo non viene scisso negli zuccheri semplici galattosio e glucosio.
Se la scissione non si realizza, viene indotta la fermentazione del lattosio nell’intestino. In alcuni soggetti i sintomi si palesano fin dalla giovinezza, mentre in altri caratterizzano esclusivamente l’età adulta.
Il lattosio che permane nel tratto intestinale è coinvolto dalla fermentazione della flora batterica, che porterà liquidi nel colon e genererà un incremento della produzione di gas. Veniamo così ai principali sintomi: flatulenza e meteorismo, diarrea, gonfiore, costipazione e stitichezza, dolori addominali.
A questi possono aggiungersi sintomi più insoliti ma non meno fastidiosi. L’intolleranza al lattosio può indurre mal di testa, problematica che contraddistingue varie intolleranze di natura alimentare.
I mal di testa prodotti da intolleranze sono legati a un fastidio pulsante nonché a ipersensibilità a luci e suoni. In certi casi si possono avere senso di nausea ed episodi di vomito, a seconda della gravità della situazione.
Restando in tema di sintomi inconsueti, l’intolleranza può presentarsi come un problema epidermico: eczema, dermatite, irritazioni o arrossamenti. Un’altra impasse da considerare ha per oggetto difficoltà sul piano articolare e muscolare, senza contare le situazioni di stanchezza e debolezza.
Conclusa la descrizione del problema, veniamo alla soluzione. Cosa fare in caso di intolleranza al lattosio? Riscontrare qualche sintomo non offre certezze sull’effettiva intolleranza, meglio allora sottoporsi a dei test medici, come ad esempio il test del respiro. Si tratta di un esame che prevede l’analisi dell’aria espirata nei momenti successivi e antecedenti all’assunzione di lattosio.
Anche la tecnologia può fare la sua parte. Il progetto Carta d’Identità Alimentare è una pratica risorsa per evitare di mangiare il piatto sbagliato. È un documento digitale che viene compilato utilizzando i servizi del portale www.cartaidentitalimentare.com. Inserite tutte le informazioni richieste (che riguardano preferenze, allergie, intolleranze, particolari regimi alimentari), il servizio propone, su una mappa, i ristoranti più adatti alle proprie peculiarità.
Chi soffre di questi disturbi dovrebbe infatti togliere dalla tavola ogni fonte di lattosio, anche se può comunque approfittare di alcuni derivati del latte: di solito i formaggi stagionati non generano difficoltà nella digestione, mentre sono sconsigliati i formaggi freschi, alimenti a base di latte e ovviamente il latte stesso.
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