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Il picco di contagi dell’influenza australiana nei bambini sembra che sia già stato raggiunto. Nonostante tutto, visto l’avvicinarsi delle vacanze natalizie, è bene dare uno sguardo ai sintomi, al decorso della sindrome e ai consigli degli esperti per i genitori.
Con un po’ di anticipo rispetto agli anni scorsi, l’influenza è arrivata a colpire anche la popolazione italiana. Denominata australiana perché è nel Paese dei canguri che il ceppo è stato isolato per la prima volta, l’Istituto Superiore di Sanità ha annunciato che si sta registrando un picco di contagi soprattutto tra i bambini. Gli accessi nei reparti di pediatria degli ospedali aumentano ogni giorno, così come quelli negli studi dei pediatri di famiglia.
Così come avviene negli adulti, l’influenza australiana presenta sintomi chiari: febbre alta, tosse, raffreddore, mal di testa e dolori muscolari. In alcuni casi, possono comparire otiti, polmoniti, miocarditi ed encefaliti. Inoltre, nei bambini più piccoli può manifestarsi stress respiratorio, con maggiore frequenza del respiro, mancanza di appetito e difficoltà ad alimentarsi. In situazioni di questo tipo è necessario il ricovero in ospedale. Generalmente, la sindrome influenzale dura tra i 7 e i 10 giorni, con alcuni disturbi che possono protrarsi per due settimane. Quindi, potrebbe durare più a lungo rispetto agli anni passati.
Secondo gli esperti, l’influenza australiana ha già raggiunto il picco nei bambini. Nonostante tutto, l’avvicinarsi delle vacanze di Natale fa ipotizzare un ulteriore aumento dei contagi. Alla luce di ciò, il vaccino risulta la migliore prevenzione anche nei più piccoli. Il siero antinfluenzale può essere somministrato a tutti i bimbi dai 6 mesi ai 6 anni.
Ci sono, poi, alcuni accorgimenti che i genitori dovrebbero avere: insegnare a starnutire e tossire coprendosi la bocca, lavare/igienizzare le mani dopo episodi di questo tipo, arieggiare gli ambienti chiusi, evitare contatti con adulti o fratelli più grandi che presentano sintomi influenzali ed evitare il fumo passivo. Per quanto riguarda la cura, fate affidamento alle indicazioni del pediatra.
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