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Sommario articolo
Il sistema immunitario svolge un ruolo essenziale nella protezione dell’organismo da virus, batteri e agenti esterni. Un suo cattivo funzionamento espone il fisico al rischio di infezioni e malattie con una maggiore facilità. Se le difese immunitarie si abbassano, siamo di fronte a una condizione di immunodepressione, che può essere congenita oppure temporanea, dettata cioè da fattori transitori, e per questo più facilmente risolvibile. Ecco significato, sintomi e possibili cure dell’immunodeficienza.
Come accennato, i soggetti immunodepressi presentano delle difese immunitarie basse che li espongono con maggiore facilità a infezioni e attacchi esterni. Nello specifico, si parla di immunodepressione se i leucociti, o globuli bianchi, scendono al di sotto della norma, situazione clinica che viene denominata leucopenia. I valori accettabili dei globuli bianchi sono compresi tra i 4.000 e i 10.000 per mm3.
Sono in particolare due tipi di leucociti a svolgere un ruolo fondamentale nella difesa dell’organismo da agenti patogeni: i linfociti B e T. I primi sono i responsabili della produzione degli anticorpi, mentre i secondi intervengono in fase di aggressione dell’agente esterno.
Questi ultimi si dividono in T “killer”, deputati alla distruzione effettiva del nemico da combattere, e T “suppressor” che, invece, contribuiscono alla regolazione dell’attività immunitaria.
Nei soggetti immunodepressi quindi, la bassa quantità dei leucociti e la conseguente inefficacia dell’azione dei linfociti sopra descritti, non proteggono adeguatamente il fisico, rendendolo più fragile e vulnerabile agli attacchi esterni.
Le cause della immunodepressione possono essere di vario tipo; in particolare, si distingue tra cause patologiche e non patologiche, queste ultime dettate da fattori contingenti, tra cui lo stress o l’uso di particolari farmaci, e come tali, più facilmente risolvibili.
Tra le cause patologiche, annoveriamo alcune patologie o particolari condizioni cliniche, tra cui malattie autoimmuni, come sclerosi multipla o artrite reumatoide, HIV, Lupus eritematoso, tumori o trapianto di organi.
Queste possono essere congenite, presenti cioè sin dalla nascita, o acquisite, ossia, sviluppate nel corso della vita.
La cause non patologiche dipendono invece soprattutto da alcuni dei seguenti fattori: stress, uso prolungato di antibiotici o farmaci chemioterapici, gravidanza, abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Va detto che anche l’età incide in modo importante sul funzionamento del sistema immunitario: con il passare del tempo infatti, le difese immunitarie tendono ad abbassarsi.
In presenza di cause non patologiche, l’immunodepressione si avvicina di più a una condizione transitoria, che può essere quindi curata con maggiore facilità, ad esempio attraverso l’adozione di un corretto stile di vita.
I principali campanelli di allarme che ci segnalano la presenza di difese immunitarie basse sono soprattutto senso di debolezza, stanchezza, mal di testa, febbre e dolori muscolari.
Non solo, anche problemi della pelle, come rush ed eruzioni cutanee, o la caduta dei capelli possono essere indice di un cattivo funzionamento del sistema immunitario. In questi casi è bene rivolgersi al proprio medico curante che, se opportuno, prescriverà degli accertamenti diagnostici specifici.
La diagnosi dell’immunodepressione può avvenire in prima istanza attraverso un esame obiettivo e l’anamnesi del medico, durante la quale lo specialista raccoglie informazioni generali sullo stile di vita e la storia clinica del paziente e dei familiari più stretti.
Ai fini di una corretta diagnosi, risultano però fondamentali degli esami del sangue specifici per capire se si è di fronte a un soggetto immunodepresso. Questi in particolare, sono orientati a verificare la la quantità dei globuli bianchi, dei linfociti T e delle immunoglobuline.
In casi specifici, possono poi essere richiesti degli approfondimenti diagnostici, tra cui esami radiologici, cardiologici e test genetici, soprattutto laddove sussista il sospetto di una malattia autoimmune o vi siano delle familiarità.
Nel caso in cui ci si trovi di fronte a una condizione deficitaria di tipo transitorio, è possibile intervenire con una dieta specifica: ci sono infatti alcuni alimenti stimolanti del sistema immunitario che possono aiutarci in tal senso, associati ovviamente a un corretto stile di vita.
In particolare, andrebbero evitati sedentarietà e stress, due nemici giurati del buon funzionamento del sistema immunitario. Inoltre, è possibile intervenire anche con l’assunzione di specifici integratori, sempre su stretto consiglio del medico.
Per i soggetti immunodepressi veri e propri, la cui condizione è imputabile a cause patologiche, resta fondamentale il consulto del medico e la stretta osservanza delle norme e indicazioni da lui prescritte.
Ci sono comunque delle buone abitudini che i pazienti immunodepressi possono seguire nel quotidiano per tutelarsi maggiormente. Lavare le mani spesso e in modo accurato è una di queste: le mani sono infatti il principale veicolo di trasmissione di germi e batteri.
Le persone con un deficit del sistema immunitario dovrebbero poi cercare di evitare il contatto con persone affette da malattie trasmissibili e di sostare per troppo tempo in luoghi chiusi e molto affollati.
La pandemia da Covid-19 ha costretto i soggetti immunodepressi a prestare particolare attenzione per via delle basse difese immunitarie, che li espongono con più facilità al pericolo del contagio e a una maggiore aggressività della malattia.
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