Fonte foto: https://www.pexels.com/photo/person-holding-red-hot-compress-1415554/
Sommario articolo
L’endometriosi è una malattia infiammatoria del tessuto endometriale, che può provocare forti dolori e addirittura essere invalidante. Questa condizione colpisce moltissime donne e non è sempre facile da diagnosticare, dal momento che i suoi sintomi sono molto vari. Cerchiamo di fare chiarezza sull’endometriosi e sulle sue cure.
L’utero, alla fine delle mestruazioni, si riveste internamente di un tessuto chiamato endometrio, particolarmente ricco di vasi sanguigni. Questo tessuto si prepara ad accogliere un eventuale ovulo fecondato, e qualora questo non accadesse si sfalda dall’utero e viene eliminato con la successiva mestruazione.
Quando l’endometrio cresce anche al di fuori dell’utero, si parla di endometriosi. Anche questo tessuto è soggetto all’azione del progesterone e degli estrogeni, quindi si sfalda ogni volta che ha inizio un nuovo ciclo mestruale. Ciò comporta naturalmente vari problemi: possono formarsi delle cisti endometriosiche o delle aderenze, che danno vita a processi infiammatori piuttosto seri.
Non esiste un unico fattore scatenante questa patologia: i ricercatori hanno ipotizzato varie teorie per spiegare come si formi il tessuto ectopico (ovvero situato in una sede diversa da quella naturale). A quanto pare, esiste una predisposizione genetica alla malattia. Inoltre è possibile che la sua causa vada ricercata in un’anomalia del sistema immunitario.
A seconda della sede del tessuto endometriale ectopico, la malattia può presentarsi con sintomi molto diversi. Ad esempio, l’endometriosi ovarica – ovvero quando l’endometrio si forma all’interno delle ovaie – è caratterizzata dalla formazione di cisti che danno vita ad un flusso mestruale molto abbondante.
L’endometriosi intestinale, invece, può presentare sintomi quali gonfiore addominale, crampi e diarrea. Per questo motivo viene spesso confusa con altre patologie del tratto intestinale, come il colon irritabile. Qualsiasi sia la sede di questa patologia, comunque, esistono sintomi comuni quali forti dolori mestruali, irregolarità nel ciclo mestruale, dispareunia, irregolarità del transito intestinale e riduzione della fertilità.
Spesso, i sintomi iniziali della malattia vengono trascurati e ciò provoca un aggravamento della condizione, che rischia di portare alla sterilità. Per questo è importante arrivare il prima possibile ad una diagnosi e iniziare un adeguato trattamento. La terapia farmacologica prevede l’assunzione di un contraccettivo ormonale, che aiuta a contrastare gli estrogeni e la loro azione sull’endometrio.
Tuttavia, una volta sospesa la terapia il problema si ripresenta. Se il problema principale è la formazione di cisti, queste possono essere eliminate mediante un intervento in laparoscopia. Nei casi più gravi, si può ricorrere all’isterectomia totale, ovvero l’asportazione dell’utero e dei suoi annessi. Essendo molto invasiva, l’operazione è consigliata solo nelle donne che non vogliono gravidanze.
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