Benessere

Disturbo borderline di personalità: come riconoscerlo e trattarlo

Il disturbo di personalità borderline è un problema del quale si parla sempre più spesso ma che ancora conoscono in pochi. Scopriamo tutto quel che c’è da sapere a riguardo.

Il termine borderline viene usato in psicologia per indicare un problema psichiatrico a metà tra la psicosi e la nevrosi. Quando si parla di disturbo borderline di personalità, però, si indica per lo più una forma di instabilità dell’immagine di sé a cui si uniscono cambiamenti di improvvisi di umore e difficoltà nel gestire il rapporto con gli altri.
Riconoscerla è molto importante al fine di poter mettere in atto le terapie giuste e adatte a portare delle migliorie alla qualità della vita.

I sintomi del disturbo borderline

Soffrire di un disturbo borderline della personalità significa avere paura di restare soli, necessitare sempre dell’aiuto degli altri e fare di tutto per evitare di trovarsi davanti alla fine di rapporti di qualsiasi tipo. Chi ne soffre, tende ad idealizzare sempre gli altri e ad avere atteggiamenti autolesivi che possono spingersi fino al tentativo di suicidio.

disturbo borderline

Un problema che secondo recenti dati riguarda il 20% dei pazienti psichiatrici e circa il 3,5% della popolazione generale. Inoltre si tratta di un disturbo che colpisce più frequentemente persone del sesso femminile e che tende a svilupparsi intorno all’età dell’adolescenza o nei primi anni dell’età adulta.
Sebbene si tratti di un disturbo variegato, i sintomi principali sono:

– Il timore dell’abbandono
– La paura della solitudine
– Relazioni instabili
– Visione assoluta delle cose
– Impulsività
– Senso di vuoto costante
– L’instabilità emotiva
– La tendenza a idealizzare gli altri
– Pensieri paranoici
– I comportamenti autolesivi

Questi sintomi, ovviamente, possono portare allo sviluppo di altri sintomi meno noti ma spesso presenti come l’abuso di sostanze, gli sbalzi d’umore e una visione assoluta delle cose.

Le emozioni vengono vissute in modo estremo e senza controllo e ciò può portare a scatti di rabbia dei quali il soggetto si pente sempre, arrivando ad una svalutazione di sé. Il tutto per una qualità della vita che viene rovinata in ogni suo ambito e che rischia, di conseguenza, di ampliare i problemi già descritti.

Quali sono le cause del disturbo della personalità

Come spesso avviene quando si parla di disturbi di questo tipo, risalire con certezza alle cause non è semplicissimo. Possono esserci infatti sia basi genetiche che legate a problemi di vario tipo. Tra i più comuni e che rientrano tra i fattori ambientali ci sono gli abusi infantili, i maltrattamenti psicologici e fisici e le esperienze di abbandono traumatiche e, quindi, in grado di esasperare almeno uno dei sintomi principali della malattia.

Per quanto riguarda il cervello, invece, alcuni studi hanno dimostrato che alla base possono esserci problemi nella regolazione delle emozioni. A ciò si aggiunge anche una difficoltà nel pianificare le cose e spesso dei deficit cognitivi o della cognizione sociale.

È inoltre utile sapere che il disturbo borderline della personalità ha sintomi simili al disturbo bipolare, ai problemi depressivi, al disturbo da stress post traumatico, etc… Per questo motivo prima di ottenere una diagnosi è necessario contattare un medico esperto in questi problemi e ottenere una diagnosi alla quale seguiranno le cure più adatte per curare il problema.

Cure e terapie possibili

Come avviene per tutti i problemi legati ai disturbi della personalità, è importante agire sotto più fronti. Il primo è sicuramente quello della psicoterapia che può aiutare a ridurre i momenti di depressione, diminuendo i comportamenti suicidari e aiutando chi soffre a ristabilire pian piano una corretta immagine di sé. Questa può essere affiancata ad una sorta di addestramento comportamentale che ha il fine di aiutare a capire quali strategie mentali mettere in atto davanti a determinate situazioni.

Alla psicoterapia si possono aggiungere dei farmaci come gli inibitori della ricaptazione della serotonina, degli stabilizzatori dell’umore, gli antipsicotici e le benzodiazepine.
Questi farmaci vengono scelti dal medico psichiatra e gestiti nel tempo in base agli effetti che danno. Pertanto è molto importante assumerli sempre e solo all’interno di una buona terapia medica.

Agendo nel modo giusto, è possibile migliorare i sintomi e riacquistare una vita il più normale possibile, nella quale gestire le emozioni correttamente e in cui sentirsi finalmente più sicuri di sé e, sopratutto, in grado di gestire momenti di solitudine e situazioni inattese o imprevedibili.

Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in ogni sua forma. Tra i suoi tanti interessi c'è da sempre quello della ricerca del benessere che persegue attraverso la sana alimentazione e le proprietà degli alimenti.

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