Benessere

Dispnea parossistica notturna: occhio ai sintomi perché può essere confusa con altri disturbi

Come contrastare la dispnea parossistica notturna? Vediamo quali sono i rimedi naturali più efficaci e cosa fare in caso di fame d’aria.

Che cos’è la dispnea parossistica notturna? Come suggerisce il nome, si tratta di una problematica che si manifesta di notte, quando si è felicemente cullati dalle braccia di Morfeo. Vediamo quali sono le cause, i sintomi e, soprattutto, cosa fare quando urge soddisfare la fame d’aria.

Dispnea parossistica notturna

La dispnea parossistica notturna, definita anche asma cardiaco, è una problematica che si manifesta quando il paziente è a letto. Nello specifico, dopo che si trascorre qualche ora in posizione supina, si avverte una difficoltà respiratoria più o meno pesante. La cosiddetta fame d’aria si placa solo nel momento in cui il soggetto si siede oppure si alza in piedi. Nella maggior parte dei casi, questo disturbo si manifesta perché il cuore non è in grado di mantenere la funzione di pompa. In altre parole, è sintomo di un’insufficienza cardiaca del ventricolo sinistro.

In presenza di dispnea parossistica notturna, i sintomi sono chiari: mancanza di respiro o difficoltà a respirare in primis, poi tosse secca e insistente con sibili, tachicardia, ansia e tendenza a respirare a bocca aperta. E’ bene sottolineare che questa problematica può facilmente essere confusa con altri disturbi, come l’asma bronchiale, il reflusso gastro-esofageo, apnee notturne e ansia acuta. Pertanto, la prima cosa da fare è chiedere il parere del proprio medico curante.

Dispnea parossistica notturna: rimedi

Parlando di rimedi naturali, la dispnea parossistica notturna si può contrastare assecondando la richiesta del corpo, ovvero mettersi a sedere oppure alzarsi in piedi. Efficaci sono anche l’utilizzo di due/tre cuscini per dormire e tenere leggermente aperta la finestra della camera da letto. E’ bene sottolineare, però, che questa problematica necessita di essere valutata da un medico. Soltanto lo specialista, infatti, può stabilire la gravità della situazione e consigliare una eventuale terapia farmacologica da seguire.

Fabrizia Volponi

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