calcolo dieta
Sommario articolo
Quando si parla di dieta a punti si intende il regime creato dal dietologo Guido Razzoli che si basa sul conteggio di punti che vengono assegnati ai vari alimenti e che, in base al peso corporeo, si possono spendere nell’arco della giornata. Chi la segue, in base al peso del momento e al proprio obiettivo, può quindi comporre il proprio menu giornaliero basandosi semplicemente su questo calcolo.
Lo scopo della dieta è quello di donare una certa libertà di azione. Chi la segue, ha infatti un numero al quale attenersi e che può gestire come preferisce nel corso della giornata.
Ovviamente, è importante alimentarsi in modo corretto, seguendo i pasti principali e mangiando alimenti il più possibile sani e vari. In questa alimentazione, infatti, non ci sono cibi vietati anche se quelli particolarmente grassi o zuccherati avranno ovviamente punteggi molto alti. A ciò si aggiunge la libertà di poter inserire due cucchiai di olio extra vergine d’oliva durante la giornata e senza aumentare il punteggio.
Entriamo nel vivo di questa dieta e cerchiamo di capire meglio come funziona.
Come già accennato, ogni alimento ha un suo punteggio che nel caso di tanti frutti o di ortaggi corrisponde a zero. Ci sono poi frutti più zuccherini che hanno un punto e alimenti più completi come uova, salmone o formaggi che ne hanno due. Nel caso dei formaggi, ad esempio, bastano 30 g di caciotta per arrivare già a due punti.
I dolci e gli alimenti ricchi di condimenti sono ovviamente quelli che ne hanno di più. Basti pensare che un piatto di ravioli ha cinque punti mentre una pizza arriva a ben venti. Una fetta di pandoro o di colomba ne ha invece sei.
Detto ciò, è importante stabilire il numero di punti da raggiungere giornalmente per dimagrire. Questo, sopratutto dopo aver visto quello degli alimenti è abbastanza basso. Una donna a che pesa 65 kg e che necessita di dimagrire, ad esempio, può arrivare intorno ai venti punti al giorno. Questi salgono ovviamente insieme al peso corporeo.
Per capire meglio la dieta a punti, un esempio di menù (sempre per una donna intorno ai 65 kg) prevede quindi una colazione con un bicchiere di latte e due cucchiai di cereali, un pranzo con della pasta con verdure e della carne magra e una cena con una porzione di pesce ai ferri ed un contorno di verdure da accompagnare con del pane tostato. Gli spuntini (qualora restassero punti da spendere) possono essere effettuati con frutta o yogurt.
È chiaro quindi che la dieta a punti funziona solo se si è in grado di realizzare dei menu che siano ricchi di alimenti sani. In questo caso i benefici sono sicuramente quelli di imparare a dare un valore numerico a ciò che si mangia. Cosa che dovrebbe aiutare a comprendere cosa è preferibile e cosa andrebbe evitato.
Tra le controindicazioni c’è invece il rischio di mettere insieme pasti sbilanciati, ricchi di alimenti poco sani e pertanto scarsi in macro nutrienti. Si tratta quindi di una dieta che richiede sempre una buona conoscenza in nutrizione e che quindi dovrebbe essere seguita sempre e solo con l’aiuto di un nutrizionista.
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