Benessere

L’artrite reumatoide porta alla morte? Il tasso di mortalità si è abbassato molto

L’artrite reumatoide porta alla morte? Vediamo quali sono le aspettative di vita della malattia infiammatoria cronica autoimmune.

Vivere con l’artrite reumatoide non è semplice, anzi. Stiamo parlando di una malattia infiammatoria cronica autoimmune che può essere parecchio invalidante, arrivando a deformare gli arti. Vediamo se l’artrite reumatoide porta alla morte e quali sono le aspettative di vita di un paziente con una diagnosi del genere.

L’artrite reumatoide porta alla morte?

E’ vero che l’artrite reumatoide porta alla morte? Prima di rispondere a questa domanda, è bene chiarire che stiamo parlando di una malattia infiammatoria cronica autoimmune. Questo significa che nel momento in cui si manifesta, accompagna il paziente per tutta la sua vita. E’ considerata la patologia più severa tra quelle che interessano il sistema osteoarticolare perché apporta danni strutturali alle articolazioni e alle ossa. Non solo, l’infiammazione può non essere localizzata e colpire anche i vasi sanguigni, i muscoli, i polmoni, i reni, il cuore, il sistema nervoso centrale e periferico, l’apparato visivo e quello emopoietico.

Alla luce di ciò, non è l’artrite reumatoide che può portare alla morte, ma le complicazioni legate all’infiammazione stessa. Magari, la patologia delle ossa, a lungo andare, va a colpire il cuore o i polmoni, provocando il decesso del paziente. In ogni modo, è bene sottolineare che, soprattutto negli ultimi dieci anni, l’aspettativa di vita si è alzata tantissimo.

Artrite reumatoide e aspettative di vita

Appurato che l’artrite reumatoide non causa morte, diamo uno sguardo all’aspettativa di vita. Negli ultimi dieci anni, il tasso di mortalità si è notevolmente abbassato. Il merito è soprattutto delle nuove terapie e degli schemi di trattamento che consentono una diagnosi precoce. Quest’ultima è fondamentale nella cura della patologia. Ricordate che la malattia può colpire anche a qualunque età, anche i bambini, pertanto è opportuno cogliere immediatamente i primi segnali.

Fabrizia Volponi

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