Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/incinta-donna-incinta-gestazione-2635034/
Sommario articolo
L’amniocentesi è un esame invasivo effettuato in particolari circostanze nel primo trimestre di gravidanza. Viene svolto dietro consenso della madre in caso di necessità di ulteriori accertamenti sullo stato di salute del feto. Consiste nel prelievo di una ridotta quantità di liquido amniotico attraverso l’introduzione di un ago nell’addome materno. L’operatore specializzato monitora l’andamento dell’esame con un ecografo, in grado di facilitare le manovre di spostamento e di aspirazione del liquido necessario. Ha una durata che raramente supera il minuto ed è considerato quasi indolore.
Intorno alle 15esima settimana di gravidanza le future mamme possono decidere se sottoporsi a questo esame o se rinunciarvici. Il consiglio arriva nella maggior parte dei casi dai propri ginecologi o a seguito di esami ospedalieri di routine con esiti ambigui. L’esame è gratuito dopo i 35 anni di età della madre, se ci sono anomalie cromosomiche in uno dei genitori o se si ha avuto una gravidanza pregressa che ha portato a patologie cromosomiche.
L’amniocentesi ha un fattore di rischio aborto che si aggira intorno allo 0,5%. Questo dato significa che 1 gravidanza su 200 termina con l’aborto a seguito dell’esame. Dobbiamo dunque sempre valutare con attenzione in quali casi sia meglio eseguirla, pur essendo una percentuale molto ridotta.
I ginecologi ci consigliano di effettuare l’esame in specifiche condizioni che adiamo sommariamente ad analizzare:
Le principali patologie che possono essere diagnosticate sono: – Malattie genetiche quali talassemia, distrofia di Duchenne, fibrosi cistica. – Malattie infettive congenite spesso letali o fortemente invalidanti per il feto a seguito della contrazione della malattia dalla madre (rosolia, toxoplasmosi…). – Sindromi cromosomiche quali trisomia 13, 18 e 21(sindrome di down) – Anomalie cromosomiche nel caso un’ecografia evidenzi malformazioni fetali
Esiste un’alternativa sicuramente meno invasiva per rilevare la maggior parte delle patologie riscontrabili sul feto attraverso l’amniocentesi: il test del DNA fetale. Assolutamente non invasivo, consiste in un semplice prelievo di sangue alla madre, ed una volta estrapolato il DNA del bimbo avremo un quadro completo della sua situazione generica e cromosomica. Il costo di questo esame però si aggira intorno ai 700 € e non è gratuita al momento nemmeno per chi rientra nei soggetti più a rischio di anomalie.
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