Benessere

Alzheimer: scosse magnetiche per recuperare la memoria

Arriva una nuova speranza per i malati di Alzheimer. Le scosse magnetiche potrebbero far riaffiorare i ricordi della memoria. Tutto sul nuovo studio!

Il nuovo studio è stato fatto presso la Northwestern University di Chicaco, negli Stati Uniti. Dalle ricerche sarebbe emerso che l’utilizzo delle scosse magnetiche potrebbe far tornare la memoria e riaffiorare i ricordi, nella mente delle persone affette da Alzheimer.

Vediamo insieme tutto quello che è stato scoperto e pubblicato da Science Advances. Il nuovo studio ha dato una speranza in più per coloro che soffrono di questa malattia.

Alzheimer: ultime scoperte del 2018!

Lo studio è stato fatto su un campione di 16 volontari affetti dalla malattia. Il metodo utilizzato per dare le scosse magnetiche è stato quello di posizionare una bobina sul cuoio capelluto, in modo che andasse ad interagire con il cervello, in particolare nelle aree della memoria.

L’effetto prodotto dura almeno 24 ore dopo la terapia e le persone sottoposte all’esperimento hanno dimostrato la capacità di ricordare molte più fotografie che gli sono state mostrate. La sensazione non è dolorosa, non si tratta di scosse elettriche, bensì la sensazione è quella di essere toccati.

Fonte foto: https://pixabay.com/it/dipendente-demenza-donna-vecchio-100343/

Alzheimer: arriva una nuova cura?

Il  Daily Mail, avrebbe affermato che se il successo fosse garantito potrebbe aprirsi “un trattamento rivoluzionario contro la perdita di funzioni cognitive“. Inoltre se questa cura dovesse funzionare potrebbe essere applicata anche a coloro che hanno avuto degli ictus, chi soffre di sclerosi multipla, Sla e molte altre malattie. In più allevia anche i sintomi della depressione.

L’autore senior dell’esperimento, Joel Voss e docente di neurologia alla Northwestern ha dichiarato che: “Poter manipolare i circuiti della memoria in questo modo molto specifico è certamente promettente per intervenire nei disturbi della memoria insorti per varie cause. Poter usare una stimolazione non invasiva per potenziare l’eccitabilità del circuito cerebrale bersaglio significa far fare a questo circuito quello che fa naturalmente durante la formazione dei ricordi“.

Fonte foto: https://pixabay.com/it/dipendente-demenza-donna-vecchio-100343/

Giulia Sambinello

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